Flop differenziata a Montesacro. Per Alemanno è un “sabotaggio”


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Foto tratta dal blog fabiomacori.wordpress.com

Questa non è la foto di un sabotaggio. Siamo solo di fronte ad una azienda municipalizzata completamente incapace di progettare, i cui vertici sono piegati ai giochi di potere di Alemanno. Un’occasione persa per la vivibilità di questa città. Oggi camminiamo in mezzo all’immondizia. “Ma non parlate di flop” ha detto qualche giorno fa il presidente del Municipio Bonelli. Ci dicessero loro come definire questa situazione.

Francesco Unali su Cinque Giorni di oggi pubblica un attento reportage sul fronte della differenziata in IV Municipio. Una fotografia impietosa della realtà.

Dove sono finiti i 1200 operatori dell’Ama che sarebbero stati recentemente stabilizzati dall’azienda? Una buona parte di essi potrebbero essere impiegati proficuamente in strada per dare una raddrizzata al flop della raccolta differenziata in quarto municipio, ma il problema rimane ad oggi irrisolto nonostante le repliche di Alemanno che sostiene che il quartiere «non è affatto in stato di degrado» e parla di «sabotaggio». In realtà il fallimento dei rifiuti a Montesacro è una storia “annunciata” che inizia in autunno con le comunicazioni di Comune e Ama, per poi passare alle critiche di Legambiente dei giorni scorsi fino all’amara constatazione, prolungata a tutte le feste, di cassonetti stracolmi e aree intorno ai bidoni piene di buste, cartoni e rifiuti ingombranti. Uno scenario che tocca una vasta area al di là del fiume Aniene per un progetto che riguarda 200mila abitanti, una città come Bologna. Ma che non riesce a migliorare il rapporto tra cittadini e rifiuti. Gli abitanti del quarto municipio hanno appreso dei cambiamenti già a novembre: da allora è iniziata (e non ancora conclusa) la consegna di due (ingombranti) bidoni di plastica da tenere in casa e di alcune brochure informative.
Nel frattempo venivano rimodulate le postazioni dei cassonetti: comparivano quello marrone per i soli scarti alimentari e la “vecchia” campana per il vetro, mentre rimanevano quello blu per la plastica, il bianco della carta e quello nero per l’indifferenziata. Tante nuove regole e pochissimo tempo per adeguarsi a un nuovo modo di distinguere e gettare i rifiuti, con i contenitori neri drasticamente ridotti in alcuni casi come quello di piazzale Ionio o in altri isolati di quartieri popolosi. I cittadini di zone come Conca D’Oro e Sacco Pastore hanno poi dovuto adattarsi due volte, passando dal “mix” tra cassonetti e postazioni mobili “tipo-porta a porta” ai cinque cassonetti diversi. Intanto nelle zone di Settebagni e Cinquina ma anche a Tor San Giovanni, Casal Boccone est, Aeroporto dell’Urbe, Bufalotta si adotta tutt’altro metodo: il porta a porta vero e proprio. Alla fine di tutta l’operazione i cittadini del Quarto hanno trovato sotto casa il risultato di tanto impegno dell’Amministrazione comunale: rifiuti in strada, cassonetti stracolmi, passaggio dei mezzi di raccolta non adeguato, disagi che aumentano, specialmente nelle zone più popolose come Val Melaina, Conca D’Oro o quelle a edilizia intensiva. Per il consigliere municipale Paolo Marchionne il progetto è una «occasione persa: non è una vera sperimentazione, ma un progetto che è stato messo in pratica senza consultare i cittadini e chi opera sul territorio. Ad agosto ci vennero fornite delle linee guida ma non ci sono mai stati dati i dettagli e oggi è in corso un progetto che i cittadini hanno dovuto accettare “a scatola chiusa”». «Ci saremmo aspettati – prosegue Marchionne – un porta a porta su base condominiale anche nei quartieri più popolosi, ma queste iniziative vanno prese con precisione e rigore: cose che non abbiamo visto in questa fase da parte di Ama e Comune». La vicenda è stata presa in considerazione anche da un dossier di Legambiente che ha duramente commentato le scelte del Campidoglio dopo l’ennesimo tentativo di gestione della raccolta dei rifiuti urbani. Secondo il presidente Lorenzo Parlati «ll nuovo modello per la gestione dei rifiuti proposto dall’AMA è già fallito, le strade sono invase di rifiuti da settimane, come comitati e associazioni avevano denunciato sarebbe successo. Altro che chiudere Malagrotta, piuttosto che investire per passare davvero in modo esteso al porta a porta, AMA e Comune hanno preferito una nuova sperimentazione folle con i cassonetti. Questa situazione è inaccettabile, le proteste dei cittadini sono enormi, solo 26mila cittadini su oltre 200mila sono passati al porta a porta vedendo facilitata la possibilità di conferire i rifiuti differenziati, mentre tutti gli altri continuano a mantenere una vetusta raccolta stradale, o peggio sono tornati indietro anche dove il folle “sistema duale” aveva almeno ottenuto di rimuovere il cassonetto per l’indifferenziato. Il Comune deve rivedere il modello, allargare subito i quartieri serviti col porta a porta, progettando per bene gli interventi, eliminando i cassonetti, mentre contestualmente servono tavoli quartiere per quartiere per affrontare i numerosi problemi del nuovo sistema, tornando indietro rispetto al modello messo in campo». Il problema insomma è evidente, e le soluzioni ci sarebbero pure. Ma stando alle previsioni del Comune, il sindaco uscente sembra soprattutto interessato a spiegare come a Roma la raccolta differenziata stia aumentando vertiginosamente (si punta al 50 per cento entro il 2014, cioè il doppio in un poco più di un anno) e come in pochi mesi sarà realtà nella vita di centinaia di migliaia di romani: secondo il sito ufficiale del Campidoglio (citiamo tra virgolette) le previsioni dell’Ama dicono che «nel 2013 il porta a porta esteso ad altri 405 mila cittadini nei Municipi VIII, XII, XV, XVII e XVIII, con una graduale “escalation” (ad aprile due Municipi, a luglio il terzo, a novembre gli altri due). Si arriverà così a 600 mila romani coinvolti nella differenziata a domicilio. Nel 2014 ulteriore estensione con altri 400 mila residenti, per toccare la quota complessiva di un milione».

Una meraviglia, sulla carta.

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